Sono “Il gatto Felix”, non sono né soriano, né siamese, né persiano, sono un saggio e simpatico gatto nero, con un viso tondo e due begli occhioni. Ho una borsa magi-ca che porto sempre con me, sono ottimista come vuole il mio nome ed ho una risata conta- giosa. Di solito passeggio pensieroso con le braccia dietro la schiena. Sulla neve mi muovo con il gatto delle nevi e amo scrivere storie semplici, poetiche e brevi. Un mio antenato lo trovate disegnato su un mosaico a Pompei. Sono andato a scuola, mi sono laureato a pieni voti in Scienze del Turismo alla Sapien-za a Roma, lo devo alla mia amica Sissy, una dolce gattina dell'Aventino che mi ha invogliato a studiare. Ho letto vari libri: “Io e Dewey”, la storia del gatto di biblioteca che ha commosso il mondo; “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepulveda; “Il gatto celeste e il segreto di Picasso” di Doretta Cecchi; “I 25 gatti di nome Sam e un micio blu” di Andy Warhol; “Il gatto col cappello” di Theodor Seuss Geisel meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dr Seuss e tanti altri ancora.
Nel mio mondo tutto è possibile, sono un sognatore! Sono un sensibile poeta, ho impa- rato a memoria tante poesie tra cui “Ode al gatto” di Pablo Neruda. La mia realtà si modella sui desideri, per esempio un quarto di luna diventa la mia culla, il numero 4 la mia sedia, i punti interrogativi li trasformo in pattini e i punti esclamativi, quando sono meravigliato, escono dalla mia testolina e li utilizzo come delle mazze da base- ball . Sono innamorato di Kitty e ho un nipotino di nome Puntaacapo. Ai bambini mi diverte raccontare il “Paradosso del gatto imburrato”, è un paradosso inventato a scopo goliardico, dallo statunitense John Frazee, ai più grandi invece racconto il “Paradosso del gatto di Schrodinger”, un esperimento mentale, ideato nel 1935 da un austria- co “Erwin Schrodinger” premio Nobel della fisica, con lo scopo di illustrare come la meccani- ca quantistica fornisca risultati paradossali se applicata ad un sistema fisico macroscopico. Alle signore di solito suggerisco la ricetta delle “Lingue di gatto”, sono finissimi pasticci- ni famosi dal 1911 che spesso accompagnano il tè, un gelato o una macedonia. Io li preferisco arrotolati, riempiti di crema alla fragola o alla cioccolata. Mi piace fischiare “La Gatta” e i “Gatti si difendono così” due canzoni di Gino Paoli adoro la sua musica, del 68.
1 Ascoltavo anche le canzoni dello zecchino d’oro, ricordo “Quarantaquattro gatti” e “Volevo un gatto nero”. Poi sono venuto a conoscenza della musica classica grazie a degli stu- diosi americani che hanno convertito la musica di Bach in musica felina. In particolare un compositore e musicista David Teie, ha creato una musica con i nostri suoni. I suoi cd vanno a ruba, li gradiscono molto i gattini appena nati. Io invece preferisco “Il duetto buffo di due gatti” è un duetto per soprani che viene di solito eseguito in serate di gala o in concerti; il componimento è attribuito a Gioacchino Rossini, ma non è stato scritto direttamente dall’au- tore pesarese, è un brano pubblicato nel 1825, basato effettivamente su musiche in gran parte di Rossini, tratte dall’Otello, del 1816, ma anche di un altro autore, probabilmente del com- positore inglese Robert Lucas De Pearsall. Nel 1981 sono andato a vedere a Londra, in prima mondiale, il musical “Cats” e sono rimasto folgorato così mi sono subito comprato il libro dal titolo "I gatti tuttofare” di T.S. Eliot da dove il musical è tratto. Il film che ho visto due volte è Catwoman del 2004, ma quello d’animazione della Walt Disney Productions, “Gli Aristogatti” è il mio preferito. Gli attori sono tutti amici miei: Mr Jinks , Oliver, Figaro, il micetto di Geppetto, in mia compagnia sono diventati buoni: Lucifero il gatto della matrigna di Cenerentola ,Pietro Gambadilegno e il gatto di Pinocchio. Poi ci sono Isidoro, Garfield, Doraemon, Tom & Jerry, Gatto Silvestro e Silvestrino suo figlio, Palla di neve (il gatto dei Simpson), Luna gattina (la gattina di Sailor Moon), Birba (il gatto dei Puffi), “Streghetto” (il gatto di Alice nel paese delle meraviglie), il Gatto con gli stivali, il Super Telegattone degli Oscar, Sergente Tibbs della ca- rica dei 101, Krazy Kat, Goose the Cat, di Capitan Marvel, Gidget del film “Pet”, Gatto Pu- sheen e Mi-Kun e tanti altri. Ho anche un debole per Calimero perchè è nero come me e per Bad Pat un pipistrello curioso, chiacchierone un pò goffo e pasticcione. Lo sapevate che in araldica il pipistrello rappresenta l’aiuto reciproco e la sicurezza? L’anno scorso, nel 2019 ho festeggiato il mio primo secolo di vita con questi due amici ed ho acquistato una casa a Salerno con l’intenzione di trasformarla in Casa-Vacanze. Sono la mia ironia surreale, il mio candore e il mio spirito che più attuali che mai, mi hanno dato la spinta di intraprendere questa nuova esperienza. Nato nove anni prima di Topolino, ho attraversato tutta la storia del cinema, dal muto, al sonoro, dal bianco e nero al colore. Inizialmente mi chiamavo Mio Mao e sono stato creato dall’animatore Otto Messmer nel 1917 e la mia prima apparizione l’ho fatta nel 1919.
Ho 2 raggiunto subito un successo planetario godendo negli anni venti del Novecento di una popo- larità pari a quella di Charlot. Oggi ormai maturo, appena di ritorno da un viaggio a Barcellona dove ho visto “El gat del Raval” una scultura di un gatto gigante di Fernando Botero, ho iniziato i lavori di ristrut- turazione per questa Casa Vacanze nella città di Salerno, mi è piaciuta subito per la sua gen- te, il clima ed il mare. La gestisco insieme alla famiglia Passaro. Li ho conosciuti grazie alla signora Daniela, appassionata disegnatrice di fumetti. Mi ha contattato per fare da modello per un suo dipinto che doveva regalare ai suoi figli. Cercherò in tutti i modi di trasformare in un’incantevole vacanza il vostro soggiorno qui, nel pieno centro cittadino, dove per passeggiare toccherete con brevi passi le mete più esclusive e ricche di arte e storia che rendono questa città deliziosa e piena di fascino. Dal Corso con i suoi lussuosi negozi arriverete fino al Duomo, dall’Acquedotto medie- vale ai Giardini della Minerva, in meno di un’ora. Vi immergerete in un luogo tranquillo nel cuore pulsante della città, dove contraddistin- gueranno le camere di “Casa Felix” le mie faccine buffe e divertenti, in bianco e nero. A me piace l’accostamento del bianco con il nero, sono un fautore della Minimal Art ed ho sempre ammirato i “Black Paintings" dell’artista statunitense “Frank Stella”, sono quadri privi di cor- nice, consistenti in strisce nere parallele divise da sottili linee bianche. Ho anche scoperto che sia l’artista americano Kenny Scharf che l’artista Paolo Franzoso mi hanno introdotto nelle loro fantasmagoriche opere. E chissà quanti altri ancora. Mi ritengo onorato di aver fatto parte della loro creatività, ma mi ritengo ugualmente onorato di ospitare in casa mia le persone che amano viaggiare. Da Milano mi sono trasferito definitivamente in questa città campana proprio per essere a vostra piena disposizione qualora ne aveste bisogno. Così facendo, ho evitato una tensione nervosa che prima o poi si sarebbe presentata, per l’azione prolungata di viaggiare su e giù per l’Italia. Diceva lo scrittore francese Jules Renard: “Raffigurate l’ideale della calma con l’imma- gine di un gatto seduto”. Quindi, godetevi il soggiorno in assoluta tranquillità e lentezza.